"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

13 nov 2015

I 10 MIGLIORI ALBUM DELLE "CULT BAND" (ANNI '80): ANTEPRIMA




Qualche giorno fa un mio caro amico mi ha mandato un sms: "Giovedi sera (cioè ieri sera - NdR) a Milano suonano gli Scorpions, che festeggiano i 50 anni di attività! E come band di supporto ci sono i Gamma Ray!"

Caspita che concerto, ho pensato. Due band storiche in un colpo solo! Sarebbe bello esserci!

Andando un po’ su internet a cercare notizie sul tour degli Scorpioni di Hannover, sono capitato su un noto portale di musica metal italiano dove, in calce alla notizia del concerto suddetto, vari lettori avevano scritto dei commenti. Tra questi, ve n’erano due ravvicinati che hanno attirato la mia attenzione. Il primo recitava: “Speriamo che a Roma viene di meglio come spalla!”. E il secondo:  "Wow! Beato chi ci potrà andare: grande accoppiata!"

A cura di Morningrise

Sorvolando sulla consecutio temporum da brividi dell’utente romano, questi due commenti sono esemplificativi di come gli Scorpions siano stati, e continuino ad essere, non solo un gruppo popolare in ambito hard and heavy, ma evidentemente una band che, grazie anche al traino eccezionale che è stata "Wind of change", si potrebbe definire "legata alla cultura di massa". In una parola: mainstream (del resto quando vendi oltre 100 mln di copie dei tuoi dischi non puoi che esserlo).
Mentre il gruppo di Kai Hansen è di certo arcinoto in ambito metal, “di successo” potremmo dire, ma la sua popolarità è rimasta all’interno del recinto del Metal. Popolare, quindi, ma non mainstream.

Riflettendo su questo futile episodio (e sul fatto che i due commenti così diversi potessero essere entrambi molto comuni tra coloro che ieri sera sono andati al Mediolanum Forum), mi è venuta alla mente una considerazione: seppur con riscontri economici differenti, Scorpions e Gamma Ray sono due “casi fortunati”, band dotate di grandi capacità artistiche che ben si sono coniugate nel corso della loro lunga carriera con il responso commerciale.

Ma quanti sono invece quei gruppi che non sono riusciti a raggiungere i riscontri economico-commerciali nonostante uno spessore artistico davvero consistente?

Nel corso della Storia dell'Heavy Metal i casi “sfortunati” sono stati davvero tanti, caratterizzati da sfighe assortite e disgrazie umane e professionali di ogni sorta. Che in parte spiegavano i flop commerciali. In parte, appunto. A volte il perché di certi insuccessi rimane davvero avvolto nella nebbia.

In un ambito così ampio e variegato, le situazioni di questi gruppi che potremmo definire ironicamente “fantozziani”, sono davvero delle più disparate:

- c’è chi è partito alla grande, con consensi di critica e pubblico, e che nel volgere di una singola pubblicazione, o comunque in pochi anni, sono spariti, vuoi per problemi con le case discografiche, vuoi per instabilità cronica delle line-up;

- oppure troviamo gruppi rivalutati dalla critica dopo moltissimi anni, magari dopo essersi già sciolti, e che invece durante gli anni di attività non se li era filati nessuno.
Il paradosso, per gli appartenenti a questa "casistica", è che il loro mito continua a vivere anche dopo che hanno cessato di esistere!

- o ancora mi viene da pensare a band che da sempre sono state oggetto di una vera e propria venerazione da un ristretto numero di fan, con consensi unanimi anche dalla critica specializzata, ma che sul mercato non sono riuscite mai a sfondare. Spesso perché la proposta musicale è ostica e la dimensione ritagliatasi è conseguentemente “di nicchia”.

Per tutte queste situazioni il termine, con accezione positiva, che di solito viene usato è CULT. Cult bands.

La locuzione invero è ambigua e, rimestando sulla rete, la si ritrova affibbiata alle più disparate formazioni: dai Mayhem ai Rush (sic!); dagli U2 ai Nine Inch Nails; dai R.E.M. agli Anal Cunt. Quindi da rockstar band ultra-commercializzate (che il successo, sia di critica che di pubblico, l'hanno sempre ottenuto in maniera massiccia), a gruppi nettamente settoriali e underground.
E’ la fregatura delle etichette, che infatti detesto visto che si possono mettere e togliere da (quasi) qualsiasi cosa.

Nel Metal ci siamo imbattuti ovviamente un po’ in tutto: dalle espressioni più commerciali e mainstream, ad altre fortemente e fieramente underground, soprattutto nelle frange sonore più estreme (ad esempio basta riferirsi ai gruppi della bellissima classifica del nostro Dottore sui gruppi più repellenti!).

Insomma, tutta “sta pappardella per dire che mi sono passati per la mente un po’ di gruppi che non hanno raggiunto quel successo di altre band coeve del loro filone, seppur non avessero nulla in meno, né tecnicamente né qualitativamente.
Da questo, lo stimolo per una nuova rassegna metal-mirroriana…quella dei migliori 10 album di band-cult!

Qualche doverosa premessa:

1  -  devo dire che io stesso, pur impelagandomi in questa riflessione, e per le considerazioni sopra esposte, non riesco a dare un significato univoco al termine “cult”. E quindi spero mi si potrà perdonare qualche potenziale incongruenza futura nel trattare il tema;
2  - provandoci, gli aspetti cui lo associo maggiormente sono l’indipendenza (sia dai parametri commerciali più in voga, sia magari dai frequenti condizionamenti artistici delle grandi case discografiche) e il coraggio nell’inserire elementi innovativi nel contesto delle sonorità dell’epoca;
3   -   come ogni elencazione, anche questa sarà necessariamente essenziale, un aggettivo che in questi casi vuol dire “stringata & incompleta”. Con la consapevolezza che i nomi e i dischi che dovrebbero rientrarvi non solo varierebbero da persona a persona ma che molti di essi, certamente meritori, non sono neppure di mia conoscenza;
4   -  per adesso, come fatto per la rassegna sul Glam Metal, mi sono auto-limitato, pensando a dieci dischi pubblicati esclusivamente nella decade ottantiana (per le decadi future, vedremo…), di grande spessore artistico e per questo conosciuti sicuramente dallo “zoccolo duro” di metal fans, ma probabilmente non da quella “massa fluttuante”(cui idealmente potremmo far appartenere il nostro amico romano sgrammaticato) che si palesa in concomitanza dell'uscita dei dischi (o durante i tour) dei grandi nomi mainstream del Metal (Metallica, Dream Theater, Iron, Scorpions ecc.)

Riepilogando: dieci platters di dieci band che per il sottoscritto lontane dall’essere cool, sono però assolutamente cult!

Cool e Cult: due termini che suonano molto vicini al termine italiano culo (scusate il pessimo gioco di parole), cioè “fortuna”, elemento, come abbiamo avuto già modo di dire, essenziale per la vita e il successo di ogni band.
Fortuna di cui le band che andremo a rivisitare furono alquanto prive, delineando una sorta di hit parade di fenomenali “sfigati” (commercialmente e non artisticamente, of course).

Si partirà dal 1980 e, al ritmo di un album all’anno, arriveremo al 1989.

E dire 1980 in ambito heavy vuol dire fare riferimento all’acronimo metallico più famoso: N.W.O..B.H.M.

Rassegna:

1980: "ANGEL WITCH"
1981: "TIME TELLS NO LIES"
1982: "THE UNEXPECTED GUEST"
1983: "CANTERBURY"
   Interludio: i RAVEN
1984: "METAL CHURCH"
- 1985: "SOLDIERS OF THE NIGHT"
1986: "THE DELUGE"
1987. "REFUGE DENIED"
1988: "THUNDERSTEEL"
1989: "BLUE MURDER"

CONCLUSIONI