"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

18 dic 2017

SWEDISH DEATH METAL STORY - Guida pratica in dieci puntate - Capitolo 3: TAPE TRADERS, 'ZINES & BEST DEMOS




Per un under 20 concepire un mondo senza cellulari, senza connessione internet e senza CD non dev’essere impresa facile.

Per noi over 40 che un periodo con tutte queste “mancanze” l’abbiamo vissuto è più semplice immaginarsi come, intorno alla metà degli anni ottanta, l’unico modo possibile per tenersi in contatto tra amici che vivevano distanti fosse la corrispondenza per posta. Cartacea, non elettronica. Ma con la posta i giovani metalheads svedesi dell’epoca non si scambiavano solo lettere…si scambiavano demo musicali in formato musicassetta

Che bellezza…immaginatevi un giovane e isolato metallaro che sa di dover ricevere una nuova demo-tape…al centro della sua vita c’è la figura del postino e quanta adrenalina quando arriva nella buca delle lettere quello che stava aspettando!

E’ un piccolo manipolo di giovani quello che sta al centro dell’abnorme fenomeno del tape-trading. Una decina. E tra di essi quattro/cinque particolarmente attivi e “affamati” di nuove sonorità con un sogno in testa: collegare, mettere in contatto, creare una scena metal in Svezia. Chi sono? Nomi che di lì a breve avrebbero rivoluzionato la musica estrema non solo in Svezia ma nel mondo intero: Nicke Andersson, Tomas Lindberg, Fred Estby, Kristian Wåhlin, Orvar Säfström. Se questi nomi non vi dicono nulla, continuate a leggerci e saprete di che calibro saranno le band cui daranno vita questi signori…

L’affascinante fenomeno del tape trading è legato a doppio filo con quello, parallelo e complementare, del proliferare delle fanzine. Questo perché esse, oltre a dare spazio ovviamente ai nomi internazionali della musica estrema che andavano per la maggiore, trattavano anche le demos dei gruppi emergenti.

Le ‘zines più lette e seguite in Svezia in realtà, almeno a metà anni ottanta, non erano svedesi. Furono l’inglese Metal Forces e le norvegesi Morbid Mag e Slayer Mag del mitico Metalion. Che erano quelle più professionali, sia da un punto di vista di scrittura che da un punto di vista grafico. Ma dove reperirle? Il veicolo più importante per i giovani metalhead svedesi era una piccola stanzetta di una squallida via di Stoccolma: l’Heavy Sound. Quello che l’Helvete di Euronymous avrebbe rappresentato per il futuro Black norvegese l’Heavy Sound lo fu per il Death svedese. In questo piccolo locale infatti era possibile reperire, oltre a dischi rock ed heavy metal, anche i dischi più estremi del momento (prevalentemente thrash ma anche proto-death), le demos dei gruppi locali e, altra cosa fondamentale, leggere le succitate fanzine estere; in bacheca era inoltre possibile pubblicare e reperire annunci di band che cercavano musicisti e cantanti. Naturale quindi che esso rappresentò il luogo di incontro di tutti i giovani, non solo di Stoccolma, che avrebbero portato alla nascita dei gruppi più importanti del nascituro SDM (fu attraverso l’Heavy Sound ad esempio che vennero in contatto Nicke Andersson e Ulf Cederlund).

Metal Forces e Slayer Meg contribuirono a diffondere la voglia di musica estrema in Svezia, dando la possibilità della conoscenza delle scene degli altri paesi. La conseguenza fu un fisiologico effetto emulativo, tanto che le ‘zines cominciarono a proliferare. Paradossalmente (ma neanche poi tanto viste le premesse del nostro primo post) il sottobosco dei gruppi death metal venne portato alla luce da ‘zines punk, ancor prima che metal (celebre il reportage della fanzine punk Banan #7 di un concerto dell’ottobre ’87 dei Morbid). Va detto che le prime ‘zine di musica estrema a nascere in Svezia, in confronto a quelle danesi e norvegesi, erano davvero vaghe, molto più approssimative e ingenue, nei contenuti come nella forma. E incentrate per lo più su generi come thrash e hardcore. Spassosissimi i nomi dati a queste riviste (alcune annunciate e pubblicizzate ma che non videro neppure mai l’uscita di un numero 1…), ma ad approfondire quest’aspetto divagheremmo ancor più di quanto non abbiamo fatto. Quello che ci interessa è sottolineare come tutto questo fervore dimostrava una cosa: che l’underground svedese della musica estrema emetteva dei primi vagiti, chiari e udibili. E contagiosi.

E vediamoli allora questi vagiti chiari e udibili. Ecco la nostra personalissima classifica (in ordine temporale) delle prime 5 demos dello SDMDimostrazioni musicali brevissime ma talmente intense e importanti nei contenuti da risultare già decisive….

1- MORBID: “DECEMBER MOON” (Dicembre 1987)

Questa demo probabilmente passerà alla storia come quella-su-cui-canta-Dead-prima-di-andare-in-Norvegia. Il che ci sta, posta la caratura del personaggio. Ma in realtà le qualità di Pelle, all’epoca appena diciottenne, non erano eccelse. La sua voce era già magnetica, malata, disturbante ma ancora molto immatura (insomma, coi Mayhem farà molto meglio).
Ma i Morbid sono molto di più. Innanzitutto sono…la forma embrionale dei futuri Entombed (e scusate se è poco…). In questa seminale band della capitale militavano infatti Ulf Cederlund e L.G. Petrov (al drum kit). Ma soprattutto la line up poteva contare sul fenomenale John Hågstrom, chitarrista di grande tecnica e inventiva.

4 canzoni per meno di 18 minuti. Ma quanto da dire! Le influenze dei Metallica sono evidenti (soprattutto nei primi due pezzi, “My dark subconscious” e “Wings of funeral”) ma sono ravvisabili anche i primi imbastardimenti col death, così come una fredda aura malvagia proto-black, dettata soprattutto dalla voce mefistofelica di Ohlin, che nella conclusiva, sensazionale, “Disgusting semla” si cimenterà in una luciferina cantilena fanciullesca da far accapponare la pelle. Purtroppo sia Ohlin che Hågstrom usciranno dalla band e dopo un secondo demo, “Last supper” i Morbid si scioglieranno.

2- GROTESQUE: “RIPPED FROM THE CROSS” (Novembre 1988)

Se pensate a una copertina di un disco che vi ha colpito particolarmente, così…di getto, sarà molto probabile che essa sia opera di Kristian Wåhlin. In arte Necrolord. Ma se è vero che il buon Kristian passerà alla Storia del Metal per i suoi meravigliosi disegni, va anche ricordato ai più che egli è un multistrumentista di livello. E questo non è soltanto riscontrabile coi suoi Liers in Wait. Prima di essi, Wåhlin fu l’artefice dei grandissimi Grotesque, band di Göteborg dedita ad una musica violentissima. Quello che fa di RFTC un demo da ascoltare, seppur caratterizzato da un’approssimazione nella registrazione alquanto evidente, è da un lato il riffing particolare di Kristian che, ispirato sì dal thrash tedesco, riusciva a metterci dentro anche tante idee originali. Tanto da allungare anche la durata dei brani (17’ per 3 sole canzoni). E il secondo elemento distintivo era un certo Tomas “Tompa” Lindberg alla voce (anche se allora, appena 16enne, si faceva chiamare Goatspell)…si si, proprio il futuro singer degli At the Gates. Le sue urla demoniache che paiono provenire direttamente dagli infernali gironi danteschi, danno al tutto un’aura spettrale di grande fascino. Con questo e altre violentissime demo, i Grotesque si fecero una reputazione di ferro in tutta la Svezia arrivando a incidere anche un EP.

3- NIHILIST: “ONLY SHREDS REMAIN” (Dicembre 1988)

Tiù is megl che uan. O forse no? Forse lo SDM non avrebbe mai potuto contare su due “campioni” come Entombed e Unleashed, se due personalità ingombranti come Nicke Andersson e Johnny Hedlund non fossero entrati in collisione di rotta. Se invece fossero andati d’amore e d’accordo, al posto di queste due fondamentali band, ne avremmo avuta una sola…ma che band! I Nihilist praticamente furono proprio gli Entombed+Hedlund. E + Leif Cuzner, chitarrista di un’inventiva straordinaria, prematuramente scomparso.
A chi scrive piace forse maggiormente il primo demo dei Nihilist, quel “Premature Autopsy” che rappresentò uno dei momenti più importanti dello SDM per intensità e brutalità. Ma è su OSR che la band creerà quello che potremmo definire “la prima registrazione di purissimo death metal svedese”. E questo perché fu registrato, a differenza del precedessore, ai mitici Sunlight Studios. Dieci minuti devastanti, ma chirurgici, caratterizzati da quel suono così “grasso” delle chitarre e dalle possenti pennellate di basso di Hedlund: tutti elementi che sarebbero diventati standard. La complessità strutturale dei brani aumentava (“Supposed to rot” in questo senso è emblematica) rilucendo brillantemente. Indietro, dopo OSR, non si poteva tornare…

4- CARNAGE: “INFESTATION OF EVIL” (Novembre 1989)

Se la Finlandia è la Terra dei Laghi per antonomasia, anche la Svezia non scherza in quanto a specchi lacustri. Nel bel mezzo dello Småland, regione centro-meridionale, sorge la cittadina di Växjö. Ed è da lì che nacquero i Carnage, il secondo gruppo di Michael Ammot (il primo erano stati i punk Disaccord). Due sole canzoni per quasi 10 minuti di musica, a metà strada tra la più grande influenza del giovane Michael, cioè i Carcass di Bill Steer, e il nascente SDM (in particolare come definito l’anno precedente dai Nihilist). Con alla batteria l’ottimo Fred Estby, appena fuoriuscito dai Dismember, e al basso Johnny Dordevic, futuro e fugace cantante degli Entombed, la band acquisirà consapevolezza dei propri mezzi e, conseguentemente, personalità da vendere. Entrambi i brani, “Torn apart” e la title track, sono fantastici, ricchi di cambi di tempo e riff tecnici e ossessivi. Talmente bravi da ottenere un contratto discografico con la Necrosis, col quale daranno vita al loro unico disco, “Dark Recollections” (1990), derivativo del sound di Dismember e Entombed ma comunque notevolissimo.

5- NIRVANA 2002: “DISEMBODIED SPIRITS” (Settembre 1990)

Nell’estate del 1988 gli Slayer vengono a suonare in un locale alla periferia di Stoccolma. Tre ragazzini di Edsbyn, paesello di 4000 anime nella parte settentrionale del paese, si sobbarcano il viaggio per vederli. Folgorati letteralmente da Araya & co., tornano a Edsbyn e fondano i Nirvana. Cazzo…c’è un piccolissimo problema di copyright su quel nome. E allora aggiungiamo un numero, il 2002. Orvar Säfström è il mastermind del progetto (coadiuvato dall’amico di infanzia, il batterista Erik Qvick) chitarrista e cantante dotato di una voce splendida. Death metal tosto, dal groove potentissimo e dai riff chirurgici quello dei Nirvana 2002 che con questo loro secondo demo di 10 minuti per 3 tracks, sfoderano una classe immensa, non seguita dal successo che avrebbero meritato. Tanto che dopo appena due anni, peraltro molto ricchi di attività, si sciolsero…con grande rammarico dei deathsters svedesi.  

Per il nostro insindacabile giudizio quindi, questi sono le migliori cinque demos dello SDM. Importantissime per approcciare i prossimi capitoli, nei quale non parleremo più di demos, ma si passerà (finalmente direte voi!) ai full lenght veri e propri. Le cose si fanno pesanti...

Ma prima un pò di leggerezza...

A cura di Morningrise

(vedi puntate precedenti)