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20 mar 2017

I MIGLIORI BUCHI NELL'ACQUA DEL METAL: I LEGENDA DI SIR LUTTINEN, - IL NAZARENO INNAMORATO



Sir Luttinen, o Kimmo, o uno dei nomi che si sono dati via via, ad un certo punto venne preso da parte dalla vecchia nonna che gli ha detto: “Senti Kimmo, ma queste cose che suonate ultimamente, sono un po’ tristi, bestemmie, porno all’ingrosso….o dove sono quelle belle canzoni d’amore che avevate iniziato a comporre un tempo…? Perché non ne fate altre!?”. Fu così che, seppur per breve tempo, uno dei due Luttinen provò a sviluppare l’anima romantica degli Impaled Nazarene, con un progetto collaterale denominato Legenda, di scarso seguito.

Quale anima romantica? Potreste aver ragione, in effetti. Si tratta di quella emersa in maniera puntiforme in "Suomi Finland Perkele" (1994), secondo brano “Blood is thicker than water”, di cui abbiamo già trattato a proposito delle “più atroci canzoni d’amore del metal”.

Sinceramente, a parte la resa in sede live, la svolta punk o speed-core -o come la si voglia chiamare- ad impronta non mi ha per niente entusiasmato. Le cose più interessanti degli Impaled Nazarene dopo quel disco sono stati i titoli, talvolta le copertine.
D’altronde, le provocazioni a suon di peni a motore e vagine d’acciaio, a livello d’immagine, sono derivate dal mondo di HR Giger – e quindi già viste. Dal punto di vista lirico, niente di niente: in tema di porno sadomaso, sono già stucchevoli quegli zozzoni dei Carpathian Forest, che hanno gli stessi momenti morti di creatività, ma almeno non pretendono che tu ci rida.
Niente porno-assalti sonori quindi, solo sbadigli. L’elemento pornografico funzionava meglio, ai tempi di “God/ la simmetria del pene” e “Dog/ l’arte della vagina” ("Tol cormpt Norz Norz Norz", 1992), quando era solo uno dei tanti elementi di suggestione di un mondo estremo e oscuro.

Tornando a noi, da un’idea di nonna Luttinen nacquero così i Legenda, come un ripensamento stilistico degli Impaled, ma furono un buco nell’acqua, commercialmente e come impatto. Praticamente una one-mand band di Kimmo Luttinen, pubblicarono due album nella seconda metà degli anni ’90: "Autumnal" ed "Eclipse". Quando comprai "Autumnal" (1997), presi al balzo la palla che speravo mi tirassero, e cioè la prosecuzione dello spirito di “Blood is thicker than water”. Un po’ di humour nero, anzi più che umorismo già sarcasmo. Musicalmente soprattutto, un riffing profondo, spesso, lento e cadenzato, tastierato quando serve. Insomma, una cosa che nessuno aveva mai fatto: un black epico-melanconico con una forma canzone.

"Autumnal" è quasi tutta una variazione sul tema dell’amore interrotto, rovinato, reciso prematuramente rispetto al suo naturale svolgimento. Gli indizi sono i seguenti: a) di lei si parla al passato, in maniera irreversibile; b) lei deve aver fatto qualcosa di estremamente offensivo nei confronti di lui e del loro amore; c) scorrono fiumi di sangue. Tutte le questure finlandesi sono allertate. Cosa di preciso abbia fatto lei non è chiaro, ma il protagonista non l’ha digerito: parrebbe quindi essere un problema di corna.

"Blood Red Sunset" è una nuovo episodio della serie di "Blood is thicker than water", stessa storia e stessa conclusione:

Tramonto rosso sangue era
la notte che ci incontrammo sulla spiaggia dell’oceano
lo stiletto rosso sangue era quello
con cui trapassai il tuo cuore, e perché poi ?!...
Tramonto rosso sangue era
La notte che ho ucciso quella maledetta troia
Mentre il suo sangue macchiava il mio giaccone rosso sangue
Io non ne avevo mai abbastanza
Tramonto rosso sangue era
Quella notte che ho stuprato quella brutta grassa troia
Rosso sangue era il principio morale
che mi fece scattare e infierire ancora e ancora
Tramonto rosso sangue era
la notte che mi feci saltare le cervella
Tramonto rosso sangue era
La notte che la mia vita scolò via dentro le fogne.

E un ispirato Luttinen galoppa per immagini

Il buio che senti è
Il buio che sono
Il freddo sulla tua gola
È la mia mano
E tutta la tua pelle
È erba tra le mie mani
E tutta la tua pelle si disfa
Come erba d’Autunno

L’identificazione con la natura prosegue, dal clima a chi anima il paesaggio. Quando lui andava con la sua bella a passeggio per boschi infestati da lupi (si usa così in Finlandia, altrimenti resti a casa che è meglio), i lupi stessi seguivano la coppia in segno di rispetto alla debita distanza. I due passeggiano sotto la pioggia (si va sempre a far due passi nel bosco quando piove in Finlandia), e i lupi ululano senza attaccare, perché l’amore accende gli occhi degli amanti e li rende meravigliosi e minacciosi ai loro occhi.
Ma dopo il tradimento, saranno i lupi a vendicarlo, quali sacerdoti dell’amore ferito che si sentono personalmente offesi.

“E’ di nuovo il momento di
una serena passeggiata sotto la pioggia di Ottobre
Una goccia di sangue richiama i cacciatori
E tu sei la preda

Ricordi le notti in cui camminavamo in questi campi meravigliosi
Dove crescono le rose morte
Qui dove piove sangue
In questa valle di misteriose cascate rosse
L’unico rumore che si può udire è
il verso del lupo che rompe il silenzio

Ogni notte, ogni giorno, ogni luna piena venivamo qui
Ogni notte, ogni giorno, a vivere il nostro sogno

Una serena passeggiata sotto la pioggia di Ottobre volge al suo termine
Nessuna caccia, mai più; nessun vento soffierà;
gli occhi dei lupi non sono più accesi.

Quindi se Luttinen ti invita a fare una passeggiata nel bosco quando piove che Dio la manda, e si sentono da lontano i lupi ululare, già uno non ci doveva andare. Ma se poi quello è l’ultimo appuntamento per chiarirsi, per non lasciarsi così con rancore, allora non dite che non vi avevo avvisato.

Insomma Luttinen sta parlando di quel concetto alla base di molti femminicidi, per il quale un amore rovinato, piuttosto che evolvere in qualcosa di diverso o finire lì, è meglio che prosegua con l’annientamento. Nell’annientamento non si recupera certo il sentimento, ma si riprendono in mano le sorti di una storia che si sente esclusivamente propria, e fatalmente  nelle proprie mani, pena il disonore, la mortificazione. Un destino condiviso come quello di un amore vissuto in modo totalizzante non prevede, per Luttinen, una fine dissociata. Io qui e tu chissà dove, con un altro magari. L’amore si compie ugualmente nel connubio così come nell’annientamento. Un tema universale, perché al di là dell’adattamento Finlandese che già da solo fa molto “humour nero”, tutto il mondo è paese in tema di delitto passionale.

A Poggioreale ce steva n'ammico, se chiamma Ciro / Diceve, sempe ca ereno ddoje 'è mumente ca n'omme pò sta felice cu 'na femmena: quanno s' 'a sposa e quanno l'accide!

(“Lelluccio” Magliocca in Gomorra, serie II, alla donna che lo ha tradito).

Non vendetta, o non solo: ma proprio senso di possesso frustrato e quindi rilanciato nella sua forma distruttiva.

Perché con tutto questo materiale poetico e una vena stilistica abbastanza ben definita, i Legenda non decollarono? Il successore di "Atumnal", che riprese l’idea del colore dominante per la copertina (stavolta blu anziché rosso) e del titolo a parola unica, ma poi stilisticamente e liricamente si perse in spunti di vario tipo, decisamente meno personali. La voce di Luttinen era efficace solo in certi passaggi, poco definita, un gracchiare non sufficientemente potente né profondo.
L’alternanza tra il gotico cadenzato, e il black più tirato, era ormai cosa arcinota all’epoca, per cui "Eclipse", anziché una evoluzione, fu un regresso verso soluzioni pescate dal grande calderone del black comune.
Mentre gli Impaled cazzeggiavano con dischi sempre meno memorabili, l’idea di Nonna Luttinen rimaneva sostanzialmente incompiuta quanto geniale: belle canzoni d’amore in salsa black, di quelle che entrano a titolo nel repertorio della canzone popolare.

Un capitolo ancora aperto, che è sfuggito completamente al filone black ‘n' roll (cazzeggiante e cacofonista), così come al black sinfonico (che accetta solo temi di livello cosmico), a quello erotizzato a forza colla pompa  degli ultimi Cradle of Filth (solo donne vampire che te le vogliono dare, delirio puro), e anche al depressive (che se mai tratta della negazione del sentimento).

Non nascondo quindi la speranza di vedere Luttinen alla riscossa del proprio destino artistico con una ripresa in extremis di questo progetto, a ringhiare di donne, lupi e dolore, come un Max Pezzali del black.

A cura del Dottore