"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

12 feb 2017

LEZIONI DI SATANISMO A FASCICOLI: GLI MGLA CONTRO D'AQUINO E CARTESIO - L'ANIMA CAGA?



Un gruppo dal nome impronunciabile ci riporta ai nostri ragionamenti teologici, i polacchi MGLA. In Polonia il pallino della religione ce l'hanno sempre avuto, per motivi ignoti, al punto da mandare avanti anche un Papa, e il tutto sotto un regime militare comunista.
Dice che MGLA in polacco significhi "nebbia" e che si pronunci MGWA, il che non fa che inquietarci ancora di più, almeno a livello fonetico.
I nostri fanno quello che mi piace definire black metal "bellicoso", secondo me iniziato dai grandi Keep of Kalessin: vibrante, tirato e inquadrato, con un che di marzialità e di seriosità in più, come di chi appunto si sente in guerra.

Contro chi siano in guerra, è abbastanza scontato. Ma questi scendono sul piano teologico, per la nostra contentezza. Non invocano Chthulhu, Belial o Napo Orso Capo, ma invece sfidano a duello il pensiero cristiano nelle sue articolazioni filosofiche, oltre il dogma.
In "Groza" (2008) tocca a Tommaso d'Aquino e Cartesio. Magari nulla, magari i MGLA studiano filosofia all'Università e riversano nei testi allusioni agli autori su cui si stanno scervellando. O forse sono professori, chi può dirlo ?

Tra i grigi pilastri della coscienza il sentiero della verità si fa stretto
Il peso della benedizione sacerdotale spurga attraverso le ferite aperte
Ammirate: il meccanismo, preciso e raffinato ad arte, della pecora e del capro espiatorio
che sussiste entro i confini della logica universale
la fiducia collettiva nella stabilità morale

Il minimo comun denominatore è consacrato. I punti di appoggio sono impiantati al di sopra del senso comune. Le stelle assegnate ad ogni uomo e donna, a misura gradevole di futile amore e volontà.

Fortezze di beata inconsapevolezza
dovunque tra D'Aquino e Cartesio
luccicanti come code di cometa, illuminano le stesse identiche tracce, come già scritto
Adunanze in cerchi con la faccia a terra e l'anima levata al cielo.

Il distruttore della speranza. Il re della ruggine e della rovina, del compromesso e della privazione. Profeta di sventura. Demolitore della regola.
La verità diviene bugia e la bugia verità.

Qui, in effetti, potremmo essere in presenza di uno del demone più necessario di tutti: l'unificatore ecumenico, il campione di ogni sforzo per rimuovere le distinzioni malefiche tra natura e apprendimento, corpo e anima, inibizione e impulso, tempo ed eternità, maschio e femmina, Inferno e Paradiso, e infine, naturalmente...tra uomo e Dio.

MGLA, Groza, "I"

Vediamo di capirci di più. Per D'Aquino l'anima è creata "a immagine e somiglianza di Dio". E' unica, immateriale, non ha volume, peso, dimensioni, non coincide con alcuna parte del corpo ma è contenuta in qualsiasi sua parte, ed è collocabile fuori dallo spazio e dal tempo della materia.
Questo non-sense semantico, cioè che esista una collocazione in una dimensione non spaziotemporale, e che esista una corporeità dell'anima che trascende il corpo, di fatto sono uno sviluppo del non-senso logico di qualsiasi religione: dogmi che non si individuano con il ragionamento ma si credono nonostante il ragionamento.
Il corollario del fatto che l'anima sia specchio di Dio, e quindi con essa l'uomo, rende in un certo senso l'uomo -se non uguale a Dio – un'immagine di Dio. Così la distanza tra Dio e Uomo, infinita se si considera la distanza tra corpo e anima, è invece infinitamente piccola se si considera che l'anima umana è condivisa con Dio. In mezzo a tutto questo ci sta il libero arbitrio: l'uomo può scegliere di allontanarsi da Dio così come di avvicinarglisi. Non può decidere di non avere un'anima, e quindi di non rispecchiare Dio, ma può ignorarlo o ribellarsi.

La questione di Cartesio penso sia quella sulla distinzione tra ragione e istintualità. Nella visione cristiana, la volontà dell'uomo non può essere frutto di automatismo. Si può agire volontariamente per istinto puro, o per ragione pura, anche se forse alla fine la volontà che ne esce è una sola, e in ogni caso è controllabile. Su questo punto nel medioevo si mandavano affanculo tra università e università, come nel caso del testo Summa de homine, citato dagli MGLA. Esistono due volontà? Oppure alla fine la volontà è sempre una, se mai esistono due fonti di decisione, l'istinto e la ragione?
Cartesio conclude che una parte del cervello fa pervenire delle informazioni all'anima, poi sono cazzi dell'anima di prendere decisioni, e lì non ci sono più scuse. Perché il corpo può fallare (per esempio uno si può cagare addosso), ma l'anima, se sbaglia, lo fa perché commette peccato. Questa è una delle boiate di Cartesio -e non è l'unica che ha detto – confutata da un libro di qualche anno fa, intitolato "L'errore di Cartesio", in cui si descrive come nei quadri neurologici, tipo le demenze, la volontà varia con il variare del cervello a disposizione, e la mente delle persone è specchio del loro cervello carnale. L'anima, cioè, è il risultato del cervello.

Dire questo nel medioevo non sarebbe stata un'eresia, ma roba da plotone di esecuzione. Già i teologi si scannavano su dettagli, del tipo se esistessero diversi gradi di responsabilità, e se cioè le decisioni prese per istinto potessero essere scusate in termini di peccato.

Per i MGLA il cristianesimo ha sua essenza nel livellamento di tutto, è una guerra contro le differenze, che induce gli esseri umani a non potersi più esprimere a livello individuale, perché esistere individualmente è già una differenza. L'unica forma di esistenza è l'annullamento di sé come servo di Dio, povero di spirito, che mai recherebbe offesa al dogma dell'uguaglianza esprimendo una propria inclinazione, idea, convinzione che crei una differenza tra lui e gli altri.
La base teologica di questa dottrina sociale è l'uguaglianza dell'uomo a Dio, che lungi dall'essere una bestemmia (non si tratta di dire che Dio è un superuomo, o che l'uomo è Dio di se stesso), esprime il concetto di derivazione dell'umanità dalla divinità. E' Dio che stabilisce come sei uomo, e cioè che non lo sei in nessun modo particolare: l'anima non è in nessuna parte del corpo in particolare, anche se in qualsiasi parte. Dio è sullo stesso piano degli uomini tramite l'anima, ma non con un uomo in particolare. Il figlio di Dio cosa fa per il mondo? Muore, annulla se stesso per la salvezza dell'uomo, in remissione dei peccati individuali. L'unico individuo che può prendere un'iniziativa come tale, è Dio stesso nella forma di suo figlio.
Gli altri sono specchi di Dio, appesantiti dal corpo, dalla colpa, e quindi filiazioni che devono redimersi, ascendere, il tutto dopo la vita terrena. La loro realizzazione deve essere nell'annullamento della distanza da Dio, che è data da qualsiasi connotato particolare. Della propria particolarità, l'uomo deve chiedere perdono a Dio e cercare di annullarla (o innalzarla a lui, che è la stessa cosa).

Insomma, i MGLA si potrebbero benissimo studiare nei licei, per invogliare gli studenti a entrare dentro questa inconcludente teologia in cui si ragiona sulle qualità e la collocazione di un oggetto non identificato, l'anima.

La morale degli MGLA è la stessa che un professore di filosofia dell'Università di Pisa cercò di esprimere durante un'esame.

Prof: "Vediamo un po' signorina, se ha studiato. Parliamo delle qualità dell'anima. Secondo Lei, l'anima caga?"
Studente: "Come, professore ?"
Prof: "Sì, ha capito bene. L'anima caga?"
Studente: "Ma, veramente, non capisco....."
Prof: "Insomma !...caga o non caga ?"
Studente: "Ma...io..."
Prof: "L'anima non esisteeeeeeee !"

Semplice, no? Bastava aver studiato gli MGLA.

A cura del Dottore