"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

30 ago 2015

I 10 MIGLIORI CONCEPT METAL ALBUMS DI TUTTI I TEMPI


Mi chiudo in me stesso, non ho più bisogno di contatti con il mondo esterno e sento solo Jim Matheos che racconta le sue idee attraverso la voce di Alder in dodici momenti, anzi a ben vedere in una canzone sola. C'è spazio per riflettere, per emozionarsi e per vedere se stessi riflessi nella propria mente.
Non è detto che sia pronto a questa analisi interiore, ma le note di questo concept album dovrebbero essere studiate insieme a Freud. Una introduzione a se stessi, grazie ai Fates Warning.

4° POSTO: FATES WARNING "A PLEASANT SHADE OF GRAY"

Capolavoro, disco riflessivo e profondo, ma anche punto di massima eleganza del progressive metal: ecco cosa penso quando (ri)prendo in mano questo concept album.
Tante volte ho sentito intorno a me questa ombra grigia e, soprattutto nel quotidiano, la musica di questo disco mi ha accompagnato e aiutato attraverso la sua atmosfera malinconica ed asettica. Ray  Alder, Jim Matheos, Kevin Moore, Mark Zonder e Joey Vera sono incredibili componenti di una formazione stellare, tanto che la Classe è il vero marchio di questo disco. 
Matheos ha scritto tutto e nei testi compone riflessioni che spaziano dalla filosofia al mondo quotidiano attraverso il suo cervello, un concept intellettuale basato sui paesaggi che la mente può creare attraverso una musica profonda ed intensa.
Le dodici tracce senza titolo in cui è suddiviso l'album sono flash di una polaroid che escono ad istantanea nella nostra vita, sono finestre interiori sul mondo, sono momenti belli e malinconici.

Affacciarsi di notte su una città con pochissime persone che camminano sotto i tetti sporgenti dei palazzi per ripararsi dalla pioggia, ma estraniarsi fissando questa scena e pensare a se stessi.
Questa è la sensazione malinconica e profonda che trasmettono queste note, un concept su noi stessi e sul nostro modo di ragionare; sulla mente e il mondo che popoliamo come esseri soli.
I mostri che sono i musicisti di questo album non hanno neanche bisogno di muoversi a velocità supersoniche, quei ritmi li lasciano agli insicuri e a coloro che sono irrequieti artisti di un altro mondo progressive, in questo album si va alla velocità pacata che l'atmosfera impone ma con passaggi di sublime bellezza.
A me poi ha sempre colpito la capacità di Kevin Moore di essere un tastierista particolare nel mondo metal, anche qui conferma e rafforza la sua dote. Ha un tocco desolato e intenso al contempo che si sposa alla perfezione con il mood imposto da Matheos, ma senza dimenticare i miei due pupilli di sempre: Alder e Zonder. So che sono esecutori del volere del mastermind Jim, però che immensa classe: entrambi hanno una prestazione che emoziona ed imbarazza quasi per forza e intensità.

Quante volte ho guardato a queste parole di Matheos, non capendole in un primo momento e forse non capendole neanche adesso, però hanno scavato dentro me una zona di riflessione, sono stati capaci di aprire in un me un angolo privato della coscienza dove immergermi. Quante domande mi sono fatto prima del suono della sveglia nel finale... Non ho ancora trovato me stesso, forse non saprò mai chi sono e non raggiungerò mai un equilibrio esistenziale, ma se lo farò un giorno lo farò ascoltando questo disco.

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