"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

7 mar 2015

RECENSIONE: KAMELOT "POETRY FOR THE POISONED"



Maneggiare con cura : pericolo grandi emozioni !
I Kamelot sono una band che ha eleganza e classe da vendere, ma non vuole stupire o spiazzare i suoi fan. Nel 2010 esce questo gioiello di power progressive sinfonico intitolato "Poetry For The Poisoned" che, seguendo due album di ottima fattura come "The Black Halo" e "Ghost Opera", sposta leggermente in alto l'asticella del valore complessivo.

Mi sono innamorato di questo disco dopo il terzetto di canzoni: "The Zodiac", "Hunter's Season" e "House On A Hill", perché rappresenta la vera crescita rispetto al recente passato.  
La voce di Khan e il lavoro del tastierista Oliver Palotai si sposano alla perfezione con le ritmiche della chitarra di Youngblood, ma soprattutto le canzoni hanno un gusto delicato e cupo che colpisce al cuore. 
Poesia ed eleganza, perché il power concepito in modo normale è un genere troppo limitato per la classe di questi musicisti. 

Gli ospiti sono di grande livello: Jon Oliva canta una strofa, non si è sciupato insomma, però in quelle poche parole c'è tutto Jon e la pelle d'oca è istantanea in "The Zodiac". Come il duetto in "House On The Hill" con la bella Simone Simons vale il prezzo del biglietto, ma perché non vanno insieme al Festival di Sanremo? Lo vincerebbero a mani basse e poi tirerebbero il premio in faccia a Carlo Conti nel nome del Metal!  Vi immaginate la scena al Teatro Ariston?  
Signore e signori, scritta da Youngblood, dirige l'orchestra il maestro Palotai, cantano Khan e Simons: "La casa sulla collina" (applausi) ... 

Lasciamo perdere questa digressione e concentriamoci nuovamente sul disco.  
Autentica perla è la titletrack suddivisa in quattro sezioni in cui la pelle d'oca c'è ed è allo stato puro, anche perché si percepisce in questa canzone una intera carriera del gruppo. Soluzioni evocative senza sosta che vedono un gruppo in forma, ma anche conscio delle proprie capacità.

Una nota di merito anche alla produzione e ad un ottimo artwork e, proprio nel finale, si concedono lo sfizio di aggiungere la cover di Nick Cave "Where The Wild Roses Grow": delirio di onnipotenza e fiducia in loro stessi li portano ad osare, ma chi lo avrebbe detto che da lì a poco Khan li avrebbe abbandonati!? 

Questo disco è la gemma oscura dei Kamelot, non capisco perché a qualche critico non sia piaciuto, a mio avviso più i Kamelot si allontanano dal power ed entrano nel gotico più diventano un gruppo superiore alla media e qui decisamente lo sono!

Voto : 8+

La canzone top: "Hunter's Season"
Il momento top: l'intervento di Jon Oliva e il duetto con Simone Simons
La canzone flop: "Once Upon A Time"
Anno: 2010



Dati: 15 canzoni durata: 54 minuti 
Etichetta : Ear Music