"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

18 mar 2015

LA CATTIVA NOVELLA DEGLI SLAYER: "DIO CI ODIA TUTTI"


Lo spirito lirico degli Slayer è da anni costante. Raccontarci le atrocità del mondo. Dirci che alla fine l'uomo tende a rivelarsi violento, sanguinario, distruttore e spietato. Che gli autori si compiacciano di questa loro tesi ?
a cura del Dottore 

Fu detto quando descrissero gli esperimenti sui prigionieri di Auschwitz, anche se non di celebrazione, ma di descrizione si trattava. Del resto cantare è celebrare, e su questo gli Slayer non sono ambigui. Testimoniare la realtà significa includerla, ma questo atto è infine catartico, perché si può fare di peggio: escludere la mostruosità per poi trovarsi a praticarla senza alcuno scrupolo ai danni del debole o della preda di turno.
A rivederla con gli occhi di poi, era una posizione sincera, perché dopo “Angel of Death” che appunto parlava del dr. Mengele, sono state scritte canzoni analoghe, come quella sugli esperimenti dei Giapponesi sui prigionieri cinesi in “Unità 731”, spunto anche per due film dal titolo “Man behind the sun”.
Stesso punto di vista per le descrizioni soggettive della vena omicida dei serial killer (Kill Again, Dead skin Mask), e più recentemente del terrorismo e della guerra “chirurgica” degli USA (Jihad....).
La tesi convergente degli Slayer non è parziale (politica, ideologica), ma è una tesi sull'uomo: l'uomo tende a versare del sangue. Gira e rigira, va a finire lì, ci ricasca sempre. Ed è penoso il suo tentare di convincere sé e gli altri che invece è ispirato da ideali o giustificato da motivazioni. L'uomo è un boia. Sarà allora più umano un Papa Francesco, che predica il bene, o un Himmler, che diceva di sé “sono un boia senza appello” ?
Hannemann non ci può più rispondere, ma le mostrine delle SS “totenkopf” e le croci teutoniche si appuntava sul chiodo un'idea ce la danno.

Il punto più basso dell'umanità per gli Slayer, un gradino sotto i boia solitari, e i boia dittatori, sono i credenti, autentici alveari d'odio, culle di dolore e incubatrici di morte (“uomo divenuto virus per infettare il mondo, bomba umana suicida a tempo”. Per credenti si intenda i fedeli di religioni monoteistiche, che le religioni fatte di dei e non di un dio riconoscono e rispettano diversità. Col Dio unico inizia il male, il misconoscimento dell'essere umano, con cui alcuni vogliono illudere altri di una verità per soggiogarli, sfruttarli, derubarli.
Il disco della definitiva rivelazione di questa tesi è al centro della carriera degli Slayer, in “Dio ci odia tutti”, decisamente un disco di rilancio dopo un periodo di transizione che evitato il Nu-Metal e le derive pop fallimentari di quasi tutti i gruppi storici del thrash. Il “regno di sangue” è il regno di Dio: Dio stesso nella canzone di chiusura “Raining Blood” diceva “Pioggia di sangue, da un cielo lacerato, che sanguina del suo stesso orrore, e crea la mia struttura, ora potrò regnare sul sangue !”. Gli risponde l'eretico di “God Hates Us All”: “tengo la bibbia sommersa in una pozza di sangue, che nessuna delle sue bugie possa disturbarmi”. La rivelazione è che, fratelli cari, “Dio ci odia tutti”, e il suo odio è dietro le sue bugie, ma poi riemerge sopra il sangue. In particolare, possiamo provare a immaginare una triplice bugia, incarnata dai fedeli delle tre principali religioni. Il primo Dio, quello ebraico (“tutto è iniziato con la Bibbia”) presceglie il suo popolo, ma chiede una prova di fede reciproca, e cioè chiede al padre Abramo di uccidere il figlio Isacco sull'altare. Abramo lo attira con l'inganno, ma Dio gli ferma la mano all'ultimo tramite un angelo.
Poco importa, Abramo come padre è già morto, avrebbe sacrificato suo figlio per Dio. La sua fede rimane l'unica sua forza, ma ha perso la sua umanità. Dio è un sadico, vuole che l'uomo si umili nel modo peggiore per lui, accettando mentalmente di uccidere la carne della propria carne; eppure la versione ufficiale vorrà descrivere Dio come misericordioso, perché non ha permesso alla fine il sacrificio. Il sangue di Isacco comincerà a scorrere sul mondo invece. Segue Cristo, a cui il Padre chiede di morire in Croce, di sacrificare sé. E lui lo fa, anche se la sua ultima frase dalla croce farebbe intendere che non erano questi gli accordi “Padre mio, perché mi hai abbandonato ?”.
Eppure, anche qui, Dio passa come misericordioso perché soffre lui a perdere il figlio, ma lo fa per salvare noi tutti dai nostri peccati, e tra l'altro Gesù era d'accordo eccome, aveva anche firmato la liberatoria. Boh, in punto di morte si sarà confuso. Il sangue di Cristo comincerà a scorrere sul mondo: prima sui martiri, poi su tutti gli altri. E infine Allah, che promette la realizzazione terrena, di avere quello che ti spetta, con postilla sospetta sul sacrificio immediato e la riscossione “ poi dopo in Paradiso, te fidati. Anche qui, il fedele deve meritarsi il guadagno, e il Dio califfo intanto ingrassa. Alla fine è sempre lo stesso: uccidere per Dio o morire per Dio, sempre sangue che va e viene. Chi muore per Dio non riscuoterà il suo credito, chi uccide per Dio negherà di averlo, per la vergogna di ciò che ha fatto. Nel capitolo successivo, “Christ Illusion”, bellissima la descrizione del soldato islamico di “Jihad” mentre contempla il Ground Zero delle torri che ha abbattuto e non vede alcuna altezza in sé, l'unica sua fuga e' di continuare a odiare, se è vivo, o giacere al livello zero come tutte le sue vittime.
Il disco si chiude con una canzone manifesto che disturba nuovamente Gesù con una sintesi della tesi slayeriana : “Gesù è dolore, Gesù è la ferita, Gesù è il sangue versato in guerra, E' tutto ciò che è morto, E' colui che punta il grilletto contro la tua testa !” (da “Cult”).
Che dire: scansatevi finché siete in tempo !