"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

19 mar 2015

COUNT RAVEN: IL PRISMA OPACO DEL DOOM

Cos'è il Doom ? Ci sono varie accezioni, per esempio la lentezza o il rallentamento, il registro opprimente di testi, sonorità, insieme al lento incedere della sezione ritmica. In altre occasioni si fa riferimento al tema dei testi: disperazione, decadimento e fine di ogni cosa, colpe da scontare, dolori da covare in eterno.
Direi che il termine rallentamento ha un senso, anche psicologico, un tempo che cambia dimensione, che non procede più, anzi retrocede, perché il mondo va avanti e il proprio centro mentale invece rallenta. Questo è una delle cifre musicali del doom e del death-doom, cioè gli improvvisi e più o meno netti cambi di tempo.

a cura del dottore

Doom è anche assenza di prospettive, un chiodo magnetico ad un presente sospeso, senza tempo.
Assenza di prospettive determinata da un dolore insanabile, ad esempio (come nel lamento del padre che piange il figlio di “Mourner's Lament” dei Candlemass); o ancora dalla perdita dei sogni (Ancient Dreams, sempre dei Candlemass recita “Rincorri l'orizzonte, afferra l'illusione e ricorda il bambino che è in te; non c'è domani, solo tristezza e dolore, appoggiati ai sogni antichi”).
Quindi destino fermo perché concluso in anticipo, in attesa della morte vera. Oppure destino fermo perchè ipotecato da una fine già scritta, che toglie senso ad ogni velleità terrena, uno stato d'animo appunto da “giorno del giudizio”, da predestinazione, condanna già pronunciata.
Non a caso nel doom trova spesso casa il cristianesimo, soprattutto per il tema dell'accettazione del dolore e della vacuità dei piaceri terreni, anche se va detto questa visione è quella di un cristianesimo depresso, una “tentazione” depressiva applicata al cristianesimo. L'uomo viene al mondo già orfano di un paradiso, con una colpa da scontare, e un destino che comunque non sarà mai quello che poteva essere, per colpa del demonio. Anche questo un pessimismo cosmico ricavato dalla matrice cristiana, che però ha poco a che fare con quello che dovrebbe essere la positività della redenzione.

Continuando sul concetto di tempo fermo, con cosa identificarsi se non c'è futuro ?
Col passato, con le utopie già fallite, con false speranze di libertà e felicità, vissute con l'amaro in bocca e una lacrima trattenuta. In un paradosso temporale, il cuore doom sente come di essere “nato troppo tardi”, arrivato fuori tempo massimo a coltivare illusioni e ideali, quando ormai la promessa di rivoluzione è stata riassorbita nella più bieca normalità: “Born too late” è appunto il titolo di un disco dei Saint Vitus.
Quindi tutto il Doom, che sia solo lamento, oppure critica sociale, o ancora dimensione esistenziale individuale, è sospeso tra desiderio e anche slancio verso la felicità, e consapevolezza di inutilità e di vanità. Colpa del demonio, degli uomini stessi (nel doom misantropico dei Type O Negative), della natura ineluttabile, delle premesse tragiche dell'uomo che non basta a sé stesso ? Qualcosa che incombe comunque, e se non ha già mandato a puttane i tuoi sogni lo farà a breve, un destino (doom) “cinico e baro”, come usava dire. Se si vuole il doom è molto leopardiano, i sogni di un gobbo.

Il genere ha sue radici negli anni '70, per esempio i Black Sabbath, soprattutto per le ritmiche lente e il cantato stridulo e cantilenante di Ozzy, e sopravvive fino ad oggi. Ma “sopravvive” è un controsenso, perché ogni disco doom, per quanto nuovo, è senza tempo, come giustamente ebbe a dire la rivista Kerrang del disco di ritorno dei Count Raven. Il pozzo del tempo nel doom è unico e senza coordinate, quindi i gruppi degli anni '70 e quelli di ora pescano tutti di lì, e non hanno una vera sequenza cronologica.
Uno dei gruppi che si mise a fare doom a partire da alcuni stilemi death (suoni bassi, voce cavernosa) furono i Cathedral, con “Forest of Equilibrium”, che giocava molto sulla lentezza surreale e sull'effetto grottesco della voce; o anche il disco dei Confessor “Condemned”, che utilizzava una voce pulita e stridula continuamente alla ricerca di una melodia e frenata da rallentamenti, come un'auto che avanza in tangenziale, allo stesso tempo solare (per la voce alta) e opprimente. Si spazia poi da gruppi che accentuano il lato sessuale, con una riuscita rappresentazione di una trombata al rallentatore, condita da suggestioni e auto-ironie vampiresche (Christian Woman dei Type O Negative, autori di titoli-manifesto del tipo “Everything I love is dead”).

I più buffi sono decisamente i Count Raven, grande e direi cruciale gruppo doom.
Una banda di hippie vestiti come una squadra di motociclisti “buoni”, peccato che siano nati in Svezia siamo negli anni '90. Presi il disco per caso, forse a cambio, e mi colpì immediatamente il fatto che il cantante fosse un clone di Ozzy, più serioso però. Sembrano l'incarnazione della battuta di Luttazzi che diceva più o meno“Amsterdam: da un sondaggio risulta che il 50% dei danesi è convinto di vivere in Spagna – e si comporta di conseguenza”.
Infatti i Count Raven vivono in una frustrazione per il fatto che evidentemente questa loro attitudine ed estetica sia poco in linea con lo standard svedese, e diciamo che hanno trovato un modo originale di esprimere il tedio scandinavo: vestirsi da hippie americani e lamentarsi che nella società di Stoccolma non li caca nessuno. Anche perché sono pesantucci: non solo fuori moda, ma anche predicatori cristiani, che credono nell'esistenza di Satana come ispiratore del male mondiale, e identificano il progresso, la società dei consumi e i bisogno indotti dal capitalismo come la via occidentale alla realizzazione del progetto del Maligno.
Addirittura in una curiosa canzone, “Masters of all evil” delineano una teoria della cospirazione che vede un gruppo di potenti famiglie alleate per il dominio del mondo e intente a cancellare ogni traccia di spiritualità. Ad esempio questo sistema avrebbe tentato il colpaccio con l'olocausto, perché, questa la tesi dei Count Raven, eliminando gli ebrei dal mondo la prova storica vivente dell'esistenza di Dio andrebbe perduta (mah !).
Lo specchio del mondo sono i bambini, veri martiri della società moderna, che nel suo rapporto coi nuovi suoi membri rivela tutta al sua grettezza: si compiace di non farli nascere con l'aborto, ne abusa attaccandosi a motivi ideologici e religiosi, li condiziona al consumo, li seduce con le droghe e li abbandona. Questa non è una società civile, questa è una vera e propria guerra dell'umanità contro le sue radici, e non potendo combattere il dissidente che fa: sacco in spalla, se ne va nel bosco a contatto con la natura (Leaving the warzone) per salvare almeno la propria anima. Mammona (uno degli sgraziati nomi di Satana) alimenta guerre, odio e distruzione mentre quattro hippie sfigati si ammorbano da solo suonando doom in una baita arredata come un ranch californiano. Il popolo è sordo, non sente, è sedotto dal male e addirittura domanda di esserlo.
Meglio perdersi (il termine “lost” è uno di quelli più gettonati) nell'isolamento e nel nomadismo che la perdizione dei falsi scopi della società del demonio.
Insomma, per tornare all'attualità, quanto erano matti quelli della setta dei Davidiani, sterminati dalla polizia americana dopo essersi arroccati armati fino ai denti nel loro ranch di Waco (The madman from Waco), convinti di un prossimo scontro finale purificatore ? E se ci sono tanti “Messiah of confusion”, è anche vero che questo è sintomatico di un vuoto di spiritualità colmato spesso da soluzioni suicide, truffatori, e protagonismi individuali.
Per cui la morale è: “Cristo è morto, Marx pure e anche io non mi sento tanto bene”... Gente che non ride mai, comunque. Ma non menagrami come quelli del depressive black-metal, semplicemente anti-progressisti che hanno perso il treno per il passato, stagnano nel presente e sperano nel perdono finale. Il tasso alcolico, almeno in un'accertamento sul gruppo “cugino”, i Saint Vitus, è elevato, vista la canzone “Morire dentro” dedicata all'alcolismo.
Cosa propongono quindi in alternativa i Count Raven per migliorare il mondo ? Nulla di nulla.
Lo stesso che dicevano i Candlemass, “attaccati ai sogni antichi !”, di meglio non c'è.
Altrimenti che doom è ?

Il dottore